Il trattamento dello Shock Cardiogeno in corso di STEMI mira a ripristinare la perfusione tissutale e a sostenere la funzione cardiaca e deve includere: vasopressori; inotropi; Assistenza Meccanica Circolatoria temporanea; Rivascolarizzazione coronarica mediante PCI e Riabilitazione Cardiologica. La rapida diagnosi ed il tempestivo trattamento sono fondamentali per ridurre la mortalità intra-ospedaliera che si mantiene attualmente molto alta. Gli ultimi dati italiani disponibili riportano una mortalità del 70%. Molto frequentemente il paziente con Shock Cardiogeno e STEMI è un paziente con insufficienza multiorgano (respiratoria e renale) che richiede una rapida valutazione da parte dello “Shock Team” multidisciplinare (cardiologo, rianimatore, medico d’urgenza) al fine di stabilizzare le condizioni del paziente e decidere il più efficace e rapido percorso del paziente stesso. In Campania è stata recentemente (2024) implementata la Rete per le Emergenze Cardiologiche che identifica Centri Spoke e Centri Hub per il trattamento delle Sindromi Coronariche Acute complicate da Shock Cardiogeno. La recente consensus (2025) dell’American College of Cardiology pone l’attenzione sulla “Golden Hour” dello Shock Cardiogeno, ovvero il tempo necessario a riunire lo Shock Team e identificare il percorso ottimale di intervento per ogni singolo paziente con la possibilità di impiantare un Supporto Meccanico di Circolo temporaneo in ogni Laboratorio di Emodinamica H24. Lo stesso Documento “Position paper ANMCO: Riorganizzazione funzionale delle unità di terapia intensiva cardiologica (UTIC) in Italia” identifica l’utilizzo e la gestione delle Pompe Microassiali Percutanee come requisito organizzativo per le Unità di Terapia Intensiva Cardiologica di II livello, ovvero le UTIC con Emodinamica H24 della Rete IMA in Regione Campania. Scopo di questo workshop è quello di fornire un’adeguata conoscenza dei sistemi di assistenza ventricolare meccanica temporanea utilizzabili nello Shock Cardiogeno e STEMI coinvolgendo sia i Centri Spoke che i Centri Hub della Rete dello Shock Cardiogeno della Regione Campania al fine di ottimizzare il trattamento delle cure.