EMBOLIA POLMONARE: TUTTO CHIARO?
Claudio Picariello, intervistato da Maria Laura Canale, per un approfondimento sulla sessione Embolia polmonare: tutto chiaro?
Embolia polmonare: quando l’urgenza diventa decisione clinica
L’embolia polmonare (EP) si configura sempre più come una delle grandi simulatrici della clinica cardiovascolare: può mimare una sindrome coronarica acuta o mascherarsi dietro una sintomatologia aspecifica, rendendo cruciale l’approccio multidisciplinare e tempestivo del cardiologo. In questo contesto, l’ecocardiogramma emerge come strumento cardine nella stratificazione del rischio, specialmente nei quadri a rischio intermedio-alto e alto, permettendo di identificare rapidamente disfunzione ventricolare destra e guidare scelte terapeutiche urgenti, come la trombolisi anche in corso di massaggio cardiaco.
L’interesse crescente verso la trombectomia percutanea apre una prospettiva terapeutica aggiuntiva nei pazienti instabili con controindicazione alla trombolisi sistemica. Tuttavia, le attuali linee guida ne limitano l’applicazione a scenari molto selezionati. Proprio per questo, si fa sempre più forte l’esigenza di creare una rete strutturata e protocolli condivisi tra centri periferici e hub, affinché ogni emodinamica sia dotata almeno di una metodica per il trattamento percutaneo, in grado di intervenire in emergenza, senza dover ricorrere a sistemi extracorporei non attivabili in acuto.
Infine, particolare attenzione merita la trombosi flottante delle sezioni destre, condizione temibile ma ancora poco codificata nelle raccomandazioni: dalle eparine in infusione continua alla trombolisi a basse dosi fino all’utilizzo emergente dell’angioVAC, le strategie si moltiplicano, offrendo opzioni preziose in pazienti ad alto rischio emorragico, come quelli oncologici.